Catene di S.Antonio: trappole milionarie
Per diventare ricchi non basterebbe altro che far girare l’e-mail e allargare la base di aspiranti Paperon de Paperoni. Esatto: è una catena di Sant’Antonio o quello che ai tempi dell’università veniva chiamato sistema dell’aeroplanino. Una piramide virtuale alla quale hanno purtroppo aderito migliaia di navigatori italiani, convinti di cambiare la propria esistenza a colpi di e-mail e carte di credito prepagate. Eppure il trucco c’è e ad aprire gli occhi ci aiuta il colonnello Rapetto: “In fondo ad ognuna di queste liste – dice – compaiono almeno cinque aderenti alla catena e per ognuno di loro c’è la posizione nella piramide, un indirizzo di posta elettronica e il numero della carta di credito prepagata, solitamente una Postepay”. I codici della carta sono facilmente traducibili: i primi quattro identificano il circuito (ad esempio il 4023 sta per una Visa), i secondi rivelano quale istituto bancario l’ha emessa mentre gli altri otto sono unici per ogni carta. “Capite bene – dichiara il colonnello del GAT – che, con tutti i numeri alla mano, qualsiasi persona a questo punto è in grado di utilizzare la prepagata di un qualsiasi aderente alla catena”.
Una volta ottenuto l’ok sulla prepagata, il furbetto del quartierino virtuale ha solo l’imbarazzo della scelta: cedere quel biglietto a un terrorista che deve imbarcarsi, presentarsi alla biglietteria e, accampando una qualsiasi scusa, farsi trasformare il tagliando per un preciso viaggio in un biglietto open, sempre valido ? E via di questo passo. “Il controllo online all’atto dell’emissione di un biglietto - dice Rapetto - avviene solo sulla credibilità della carta di credito. Se codici e scadenza combaciano la macchina emette la ricevuta. Solo in un secondo tempo scattano le verifiche incrociate su codici e identità del titolare della prepagata”. L’unico sistema per garantire la totale sicurezza di una simile transazione è il controllo immediato e incrociato con il codice CVC stampato sul retro delle carte di credito. Purtroppo questa forma di check non è ancora obbligatoria.
Etichette: informatica, truffa
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