lunedì 16 aprile 2007

Bullismo e video in rete: collaborino anche i gestori dei siti

«Meno male che lo dice anche Johnson...Il ministro inglese solleva un tema ormai comune a livello mondiale e che, da novembre scorso, sta cercando di porre all’attenzione di tutti i soggetti coinvolti anche qui in Italia: come proteggere i minori dai contenuti violenti o addirittura criminali ai quali sono esposti, anche in rete?

Fermo restando il fatto che i ragazzi vanno prima di tutto educati all’uso dei nuovi mezzi, in questa azione educativa è necessario avere la collaborazione dei gestori dei siti». Lo afferma il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, in riferimento all’annuncio dato dal suo omologo inglese.

Il ministro dell’Educazione britannico, Alan Johnson, ha infatti annunciato nel corso della conferenza annuale del sindacato dei docenti tenutasi a Belfast, nell’Ulster, alcune misure per fermare gli episodi di bullismo nelle scuole. Fra queste il blocco da parte dei server dei video considerati violenti o che danneggino l’immagine del corpo docente. Johnson ha sottolineato che le aziende in questione hanno una «responsabilità sociale» e «l’obbligo morale di agire». Secondo il ministro le dimensioni del fenomeno sono dilaganti, tanto da spingere parte del corpo docente ad abbandonare la professione.

«Nessuna censura, sia chiaro -dice per quanto riguarda l’Italia Fioroni- ma è chiedere troppo se ai gestori chiediamo di vigilare sui contenuti dei video che circolano sui loro siti, in particolare quelli di bullismo? Che segnale è quando un diversamente abile sottoposto a prepotenze diventa il "video divertente" più cliccato? Credo che la riflessione sia obbligatoria per tutti. La libertà è la vita della rete e come tale la rete deve continuare a vivere: non si tratta di fare censure che limiterebbero la circolazione di notizie e informazioni, ma effettuare controlli per individuare e rimuovere contenuti violenti. Perchè la rete è libertà ma deve esserlo per tutti, e la rete deve difendere la libertà di tutti, non solo dei più forti», conclude Fioroni.

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