lunedì 30 aprile 2007

Altra truffa: ormai ci studiano anche la notte!

Ciao a tutti.
Oggi ho appena ricevuto una comunicazione da parte di Wind-Infostrada, la riporto qui, poichè ritengo giusto e doveroso far sapere questo imbroglio a chi magari lo sconosce:

"Stanno circolando delle e-mail, con mittente Wind o Infostrada, in cui si richiede di saldare un Conto Telefonico tramite un link fornito nel testo, o il numero della propria carta di credito: fate attenzione, si tratta di una vera truffa alla quale Wind è estranea. L'area Fai da Te di 155.it è protetta da un collegamento sicuro secondo gli standard più avanzati per la crittografia delle informazioni che passano in rete. La protezione è attivata in automatico e confermata dalla visualizzazione di un lucchetto nella parte inferiore della finestra del browser. Tutte le vostre azioni non potranno in alcun modo essere visualizzate da terzi".

E come diceva sempre il nostro caro Corrado, "E non finisce qui!".

Arrivano anche comunicazioni dalla banca, da avvocati, da creditori vari che vi dicono di saldare dei conti. Per visualizzare i dettagli bisogna cliccare su un link. Non fatelo. Soprattutto non fidatevi mai delle e-mail che vi chiedono di reinserire i vostri dati di login (user e password). Figuratevi che l'altro giorno mi hanno persino chiamato a casa con la scusa che stavano aggiornando il sistema informatico della mia banca e avevano bisogno di conoscere user e password del mio account di home banking. Erano molto convincenti, ma con me ntappanu duru! Ho chiamato subito la mia banca che, ovviamente, non ne sapeva nulla di questa storia.

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domenica 29 aprile 2007

Addio università come "luogo sociale"

I libri si potranno scaricare, i corsi saranno in streaming audio-video

TOKYO - Tutto via Internet, dalle lezioni ai colloqui con i professori fino agli esami: in Giappone è nata la Cyber University, un ateneo virtuale che è stato appena inaugurato nella città meridionale di Fukuoka con una cerimonia, e non poteva essere altrimenti, in diretta webcast. Al momento propone solo due corsi di laurea quadriennale in Tecnologia dell'Informazione e Beni Culturali, ed è gestita da un consorzio di aziende private guidate dal colosso delle telecomunicazioni Softbank.

L'attività didattica, esclusivamente online, pone il nuovo ateneo su un piano nettamente diverso dalle altre università, che da tempo forniscono un proprio 'alter ego' virtuale su Internet mantenendo tuttavia una presenza 'fisica' sul territorio.

Mentre alla Cyber University le lezioni verranno trasmesse in streaming audio-video e i materiali, come libri di testo e appunti, saranno disponibili in download 24 ore su 24. Un centinaio i docenti impiegati, mentre gli studenti sono circa 1.300, un numero volutamente limitato per non compromettere la qualità dell'insegnamento, almeno per il primo anno di prova.

Per difendere l'ateneo dalle insidie del mondo virtuale, che in questo caso possono tradursi in esami truccati e generalità fasulle, massima attenzione è stata dedicata al sistema di riconoscimento degli studenti, che saranno costantemente chiamati a confermare in modo inequivocabile la propria identità dietro a monitor e tastiere.

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giovedì 19 aprile 2007

Chi dorme, non piglia........peso!

Secondo Steven Heymsfield del St. Luke’s Roosevelt Hospital di New York, i soggetti che dormono meno di quattro ore a notte hanno il 73% di probabilità in più di diventare obesi rispetto a chi si “bea” tra le braccia di Morfeo tra le sette e le nove ore. Il rischio di appesantirsi c’è anche per i più “morigerati” del sonno. Chi dorme solo cinque ore a notte ha comunque il 50% di probabilità di ingrassare, chi opta per le sei ore riduce al 23% la sua percentuale.

LA RICERCA VIENE DAGLI USA


Lo studio è stato condotto utilizzando le informazioni su 18.000 persone, in età adulta, che hanno partecipato a una ricerca disposta dal dipartimento di salute e nutrizione del governo federale degli Stati Uniti. Dal 1980 ad oggi sono state raccolte informazioni sulle abitudini alimentari, l’attività fisica e il sonno dei soggetti in questione. Il risultato ha dato lo stupefacente responso: nonostante durante il sonno si brucino meno calorie, chi forme “non piglia peso”.
Perché? Semplice.

La privazione cronica del sonno coinvolge i circuiti nervosi che controllano l’alimentazione. In chi rimane sveglio più a lungo, si abbassa pericolosamente il livello della leptina, una proteina importantissima presente nel sangue. La leptina, infatti, regola l’appetito e influisce in modo determinante sul cervello quando si assume cibo a sufficienza, regolando il senso di sazietà. Ma non finisce qui. Gli insonni diventano ancor più soggetti a rischio per colpa di un ormone, la grelina, che, durante l’interminabile veglia, aumenta il suo livello e contribuisce ad aumentare la fame.


Questo dimostra che i centri del sonno e quelli dell'alimentazione hanno sicuramente qualche tratto in comune; sia il sonno come riposo che l'alimentazione, infatti, sono due bisogni primari di tutti gli esseri viventi: il primo serve al al risparmio di energie, il secondo all'accumulo di energie. la vita biologica è divisa in periodi di grande attività per la ricerca alimentare, come avveniva nell'uomo primitivo quando cacciava per procurarsi il cibo, e in periodi di riposo per "ricaricarsi".

Come ultima curiosità, il popolo a stelle e strisce, secondo Heymsfield, dorme "solo" cinque ore a notte (e quindi il conseguente ed evidente risultato del forte numero di obesi nel paese). Meglio gli italiani, che riposano in media dalle sette alle otto ore.

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mercoledì 18 aprile 2007

Risparmiare energia: un dovere civile

Risparmiare energia elettrica è una virtù che oggi viene inculcata ai bambini sin dalla scuola elementare. Il problema invece, come sempre, sono gli adulti che se ne infischiano tranquillamente e continuano a sprecare la preziosa energia con comportamenti leggeri e superficiali. Quello che vi propongo non è certamente un "decalogo della legge" ma solo una serie di consigli, dettati soprattutto dal buon senso, che consentano il risparmio di considerevoli quantità di energia elettrica e dunque l'alleggerimento della bolletta.

Partiamo dalla considerazione che nelle nostre abitazioni, negli uffici e negli esercizi commerciali viene consumato complessivamente il 35% dell'energia elettrica impiegata nel Paese. La maggior parte di questa viene utilizzata per il funzionamento degli elettrodomestici, degli apparati elettrici ed elettronici e per l'illuminazione. Capire come e quanto consumiamo ci può aiutare ad assumere una maggiore consapevolezza nei riguardi dell'energia. Il 25% dell'energia assorbita da una abitazione fa funzionare vari apparecchi: televisione (11%), stereo, computer, e altro. Da tempo si moltiplicano gli inviti ad evitare la funzione "stand-by" sugli apparecchi. La lucetta rossa del televisore, inutilmente accesa per tutta la notte, porta un aggravio dei consumi elettrici del 6-7% del totale in un anno.
Il 20% dei consumi se ne vanno per alimentare lo scaldabagno elettrico: è preferibile uno scaldabagno alimentato a gas di città che offre acqua calda immediatamente e consumi decisamente ridotti. Ove questo non fosse possibile, si consiglia di installare l'apparecchio vicino ai punti di utilizzo e provvedere alla manutenzione delle serpentine. Sempre da evitare lo spreco di acqua, calda o fredda che sia.

Il frigorifero incide per il 18%. E' opportuno posizionarlo lontano dalle fonti di calore, tenendolo a 10 cm dal muro e tenerlo aperto inutilmente il meno possibile. Diffidate delle "composizioni" dell'arredo cucina che mettonol'uno accanto all'altro forno e frigo: la coibentazione non riuscirà mai a tenere lontano il calore, e si avrà il risultato di riscaldare il frigo e raffreddare il forno. Proprio il forno ha una incidenza pari al 5%: il consiglio è di aprirlo il meno possibile durante la cottura e spegnerlo qualche minuto prima per sfruttare il calore latente, altrimenti disperso.

L'illuminazione della casa assorbe circa il 15% del totale. Il risparmio inizia dal buon senso: spegnere la luce quando non serve, tenere pulite le lampadine (si risparmia anche il 10%), preferire una sola luce forte piuttosto che molte deboli. Sostituire inoltre le lampadine a incandescenza con le fluorescenti compatte che consumano un quarto durando fino a dieci volte di più.

Altra fonte di consumi è la lavatrice che incide per il 13%. Utilizzare la macchina sempre a pieno carico, selezionando con attenzione temperature e porgrammi. Oggi esistono lavatrici che consentono anche il lavaggio a freddo. Il 4% per la lavastoviglie. Utilizzarla a pieno carico ed evitare il programma di asciugatura. Lasciando aperto lo sportello si ottiene lo stesso risultato risparmiando fino al 45%.


Ultimo discorso a parte meritano i condizionatori d'aria, oggi presen
ti in almeno una unità in ogni abitazione. I consumi elettrici derivati dall'utilizzo dei condizionatori possono aumentare con picchi anche del 25% in estate. Senza volere invitare alcuno a sacrifici o rinunce al comfort, si può modificare lo stile di vita per utilizzare in modo corretto e sostenibile le risorse energetiche ed ambientali. Ad esempio il condizionatore usato in maniera intelligente migliora la qualità della vita e incide sulla bolletta in maniera non troppo gravosa. Generalmente il libretto di uso e manutenzione fornisce consigli sul corretto utilizzo e sul risparmio di energia, basta seguirli magari rimandendo al fresco.

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martedì 17 aprile 2007

USA, strage in un campus: 33 morti

Il killer dopo la strage si è ucciso

Sparatoria al campus Virginia Tech, una delle più grandi università d'America: un killer ha ucciso 32 persone, in gran parte studenti, e poi si è tolto la vita. E' il più grande massacro, in una università o altrove, mai causato da una sparatoria negli Usa. Il killer si è ucciso sparandosi alla faccia: il suo volto sfigurato ha complicato il riconoscimento anche perché l'uomo non aveva documenti con sé.
Il killer - descritto da alcuni testimoni come un giovane sui venti anni, dai lineamenti asiatici, con una giacca nera di pelle e un berretto da baseball marrone - si dirigeva verso una classe precisa dell'edificio dove ha aperto il fuoco sugli studenti. "E' entrato da un'aula all'altra aprendo il fuoco all'impazzata. Sembrava non finire mai. C'era sangue dappertutto", riferisce un sopravvissuto.

Sul posto sono arrivate subito numerose auto della polizia. La Virginia Polytechnic Institute è situata in un'area agricola della Virginia. Secondo la ricostruzione della polizia, la prima sparatoria è avvenuta verso le 7:15 del mattino ora locale (le 13:15 in Italia) in un dormitorio che ospita circa 900 studenti. E' stata seguita da altri spari nell'edificio della Scuola di scienza ed ingegneria. "Abbiamo sentito tra i 40 e i 50 colpi", ha raccontato Josh Wargo, studente di ingegneria, alla Abc. ''Eravamo in classe quando abbiamo sentito urla e spari. Si è scatenato il panico e siamo fuggiti saltando dalla finestra della classe al secondo piano. Una volta a terra ho sentito altri spari colpire anche vetri''.

Secondo alcune testimonianze il killer stava cercando una ragazza. Ma gli inquirenti non sono ancora riusciti a scoprire un motivo per una strage senza precedenti in America. Tutte le lezioni sono state annullate per il momento alla Virginia Tech mentre consulenti psicologici e spirituali sono stati portati nel campus per parlare agli studenti della università, che sono tutti sotto il trauma dell'accaduto. L'università aveva ricevuto la scorsa settimana due minacce telefoniche di attentati che si erano rivelate infondate.

Agenti dell'Fbi stanno partecipando alle indagini e stanno ''seguendo tutte le piste'' ma ritengono improbabile che il massacro possa avere origini terroristiche. La tragedia ha riacceso negli Stati Uniti il dibattito sulla facilità con cui è possibile acquistare armi nel paese, un dibattito che si riapre ogni volta che avvengono episodi del genere ma che non ha visto molto successo da parte di chi vorrebbe regole molto più severe di quelle attuali.
Sotto, un video del momento della strage, filmato direttamente con un cellulare:

I PRECEDENTI

Sempre lo stesso istituto era stato teatro di un'altra sparatoria nell'agosto del 2006. In quell'occasione un evaso si era rifugiato al suo interno, sparando alcuni colpi che avevano ucciso due poliziotti.

STRAGE PIU' GRAVE DI QUELLA DELLA COLUMBINE

La sparatoria nel campus del Virginia Tech di Blacksburg, supera per gravità anche la strage avvenuta il 20 aprile del 1999 nella Columbine High School, la scuola Superiore della contea di Jefferson, in Colorado. Il 20 aprile sarà l'ottavo anniversario del massacro di Columbiene. Nell'edificio della scuola superiore fecero irruzione due adolescenti armati, Eric Harris e Dylan Klebold, uccidendo un totale di 13 persone, 12 studenti e un insegnante, e ferendone altre ventuno, prima di suicidarsi.

BUSH "Usa sotto shock"
L'America è una nazione "sotto shock e rattristata" per la strage nel campus del Virginia Tech, ha detto il presidente George W. Bush parlando alla Casa Bianca. Bush ha detto che il governo federale farà "tutto il possibile per assistere nell'inchiesta" e per aiutare le autorità locali a far fronte alla tragedia.

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lunedì 16 aprile 2007

Bullismo e video in rete: collaborino anche i gestori dei siti

«Meno male che lo dice anche Johnson...Il ministro inglese solleva un tema ormai comune a livello mondiale e che, da novembre scorso, sta cercando di porre all’attenzione di tutti i soggetti coinvolti anche qui in Italia: come proteggere i minori dai contenuti violenti o addirittura criminali ai quali sono esposti, anche in rete?

Fermo restando il fatto che i ragazzi vanno prima di tutto educati all’uso dei nuovi mezzi, in questa azione educativa è necessario avere la collaborazione dei gestori dei siti». Lo afferma il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, in riferimento all’annuncio dato dal suo omologo inglese.

Il ministro dell’Educazione britannico, Alan Johnson, ha infatti annunciato nel corso della conferenza annuale del sindacato dei docenti tenutasi a Belfast, nell’Ulster, alcune misure per fermare gli episodi di bullismo nelle scuole. Fra queste il blocco da parte dei server dei video considerati violenti o che danneggino l’immagine del corpo docente. Johnson ha sottolineato che le aziende in questione hanno una «responsabilità sociale» e «l’obbligo morale di agire». Secondo il ministro le dimensioni del fenomeno sono dilaganti, tanto da spingere parte del corpo docente ad abbandonare la professione.

«Nessuna censura, sia chiaro -dice per quanto riguarda l’Italia Fioroni- ma è chiedere troppo se ai gestori chiediamo di vigilare sui contenuti dei video che circolano sui loro siti, in particolare quelli di bullismo? Che segnale è quando un diversamente abile sottoposto a prepotenze diventa il "video divertente" più cliccato? Credo che la riflessione sia obbligatoria per tutti. La libertà è la vita della rete e come tale la rete deve continuare a vivere: non si tratta di fare censure che limiterebbero la circolazione di notizie e informazioni, ma effettuare controlli per individuare e rimuovere contenuti violenti. Perchè la rete è libertà ma deve esserlo per tutti, e la rete deve difendere la libertà di tutti, non solo dei più forti», conclude Fioroni.

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domenica 15 aprile 2007

Pizza contro i tumori? Solo se ben cotta!

Secondo gli scienziati dell'università del Maryland la ricetta per innescare un aumento dell'82% di antiossidanti è una cottura a temperature più elevate e più tempo per la lievitazione

WASHINGTON - Temperature più elevate e più tempo per la lievitazione: è la ricetta per innescare gli effetti salutari della pizza. Lo sostiene un gruppo di chimici dell'Università del Maryland, secondo cui seguendo queste indicazioni si accresce il contenuto antiossidante dell'impasto della pizza.

Gli antiossidanti sono sostanze che proteggono le cellule dai danni causati dai radicali liberi. Alcuni studi indicano che gli antiossidanti possano ridurre il rischio di sviluppare malattie al cuore o il cancro. «La ragione per cui abbiamo scelto la pizza è solo perchè è un alimento molto diffuso non soltanto negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Per questo abbiamo pensato di migliorare le sue proprietà antiossidanti, a tutto vantaggio dei consumtori», ha spiegato Liangli Lucy Yu, coautrice della ricerca.

Il contenuto antiossidante può aumentare fino al 60 per cento se osservati tempi di cottura più lunghi. Mentre a temperature più elevate il livello di antiossidazione può raggiungere circa l'82 per cento, a seconda del tipo di farina usata per l'impasto.

Se si fa attenzione, il tempo di cottura e la temperatura possono essere aumentati senza fare bruciare la pizza. I ricercatori hanno sperimentato a temperature pari quasi a 287 centigradi, con tempi di cottura dai 7 a 14 minuti. Altro accorgimento: la pasta è stata lasciata lievitare per circa due giorni, per aumentare appunto i livelli di antiossidanti.

Ma, avverte Jeffrey Moore, uno degli autori della ricerca, «gli effetti benefici della pizza si annullano se si esagera con condimenti grassi».

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sabato 14 aprile 2007

Robot: la grande invasione...e torna la questione "etica"

ROMA - Sono più di un milione i robot di "vecchia" generazione, quelli che lavorano nelle industrie del pianeta: 350 mila solo in Giappone, 326.000 in Europa. In Italia per ogni 10.000 persone occupate nell'industria più di 100 sono robot, un numero che fa del nostro Paese uno tra i primi al mondo in questo settore. Sono impiegati soprattutto nella lavorazione meccanica, nella saldatura e nella lavorazione della plastica. E i loro prezzi continuano a scendere: un robot comprato nel 2007 può costare un quarto rispetto allo stesso robot venduto nel 1990. E il suo costo annuale se nel 1990 valeva 100, oggi non supera 25.
Anche tra le mura di casa la loro presenza cresce, ad un tasso del 7-8 per cento l'anno, e "si prevede che dei 66 miliardi di dollari che rappresenteranno il fatturato della robotica nel 2025, il 35% riguarderà i robot personali o di servizio", osserva Bruno Siciliano, presidente della Società Internazionale di Robotica e Automazione.

I robot dunque, sono ormai ovunque. Nelle nostre case, nei nostri uffici, nelle nostre auto. Sono i badanti degli anziani: in Corea del Sud è stato messo a punto quello che controlla gli elettrodomestici e avvisa l'anziano quando è l'ora medicina. Fanno da infermieri agli ammalati (negli Usa alcuni prototipi misurano persino la temperatura) oppure si trasformano in cuccioli scodinzolanti (è il caso, tra gli altri, di "Aibo") e presto li assumeremo come baby-sitter se è vero che alcune aziende stanno studiando il modo per "insegnare" all'automa come si fa a cullare un neonato. Di tutto questo, da oggi al 14 aprile, discuteranno centinaia di scienziati provenienti a Roma con i loro automi da ogni parte del mondo.

L'occasione è l'Icra 2007, conferenza internazionale che si svolge presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino (Angelicum). L'incontro ruota intorno al titolo "Ubiquitous Robotica", l'obiettivo è esplorare "la capillare presenza degli automi nella nostra società e la grande possibilità di applicazioni nei campi più diversi". Come? Un tempo si diceva che i robot non avrebbero mai potuto imitare l'uomo fino in fondo. Oggi, invece, ci ritroviamo con robot capaci di lavorare con la stessa abilità di un artigiano. Avviene in Italia: "Sono al lavoro nella zona compresa fra Vietri e Cava dei Tirreni, dove imitano i maestri ceramisti", racconta Siciliano. Questo è possibile perché un sistema ottico ha registrato le pennellate degli artigiani, che sono naturalmente una diversa dall'altra, ed è stato messo a punto su questa base un programma che rende i robot capaci di realizzare mattonelle una diversa dall'altra".

Ma l'espansione della robotica porta anche a problemi di etica, e non a caso di "Roboetica" si parlerà anche al convegno dell'Icra. Spiega Antonio Monopoli, collaboratore dell'Università di Bari: "E' verosimile che con il tempo si genereranno robot con capacità di autoapprendimento sempre maggiori. Avremo insomma robot capaci di "decidere", condizione condivisa con l'essere umano".

Un problema che potrebbe sorgere è l'eventuale inadeguatezza della risposta del robot di fronte ad un evento. In caso di danni, di chi sarebbe la responsabilità? Risponde Monopoli: "Se il robot viene considerato alla stregua di una macchina, la responsabilità ricade sul suo proprietario. Ma se il robot ha una grossa capacità di autoapprendimento e interazione col mondo esterno, e da un punto di vista sociale è ormai condivisa l'idea di una condizione di autonomia operativa dei robot, si potrebbe invocare la perfetta buonafede di chi ha progettato e commercializzato il robot".

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venerdì 13 aprile 2007

Dan Brown assolto dall'accusa di plagio

La Corte d'Appello di Londra ha stabilito che lo scrittore americano non ha copiato da un saggio del 1982: gli autori avevano chiesto un risarcimento per un presunto plagio

LONDRA - 8 aprile 2007. - Dan Brown (nella foto), l'autore del più grande bestseller della storia (36 milioni di copie), Il Codice da Vinci, è stato assolto dall'accusa di plagio da un tribunale londinese.
Brown era accusato insieme alla sua casa editrice Random House di aver copiato le teorie del Codice da un saggio del 1982 "The Holy Blood and the Holy Grail" di Michael Baigent e Richard Leigh .
A fare causa sono stati Baigent e Leigh. Sostenevano che lo scrittore ha copiato consistenti parti del loro saggio uscito 22 anni fa sempre per i tipi della Random House. In particolare, affermavano Brown avrebbe preso interamente dal loro volume la teoria alla base del Codice da Vinci, sulla vera storia di Gesù : Cristo non morì in croce, ma sposò Maria Maddalena, fuggì in Francia ed ebbe un figlio.

Adesso Baigent e Leigh, rischiano di dover pagare una multa di 4.4 milioni. Già l'Alta Corte britannica aveva stabilito, nell'aprile dello scorso anno, che Brown non aveva commesso alcun plagio.
In una dichirazione rilasciata dopo la sentenza, i due autori hanno espresso la loro delusione: "Crediamo, e continuiamo a farlo, che gli autori soffriranno e saranno scoraggiati se si scoprisse che ogni scrittore può prendere idee di altri, cambiarle, riconfezionarle e poi venderle".

IL RITORNO DEL CODICE

Ebbene sì… A distanza di quasi 2 anni, non contento delle polemiche scatenate, non contento degli incassi ottenuti col primo libro e del clamore suscitato a livello mondiale, Dan Brown ha anche scritto il seguito de IL CODICE DA VINCI…. La pellicola tratta da questo libro sarà sempre diretta dall’ormai eccellente regista Ron Howard, la cui uscita in contemporanea mondiale, si vocifera, corrisponderà con il Natale 2007.
Per i più impazienti, gustatevi intanto questo breve trailer:

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giovedì 12 aprile 2007

Chi arma i talebani?

Abbiamo assistito, ieri sera, alla messa in onda di un video shock, durante il TG1, video esclusivo, all'interno del quale viene mostrato l'uccisione dell'autista del giornalista di Repubblica, Mastrogiacomo, prima rapito, poi liberato seguendo le "solite procedure", stando alle parole del Premier, Romano Prodi. Procedure seguite, a quanto pare, non solo da questo governo, ma anche dal governo Berlusconi, nella precedente legislatura. Video consigliato ad un pubblico rigorosamente adulto, per la crudeltà delle immagini mostrate, la cui visione è possibile qui sotto:


Su molte immagini bisogna riflettere. Soffermarsi e porsi tante domande. Nel video ci sono decine di talebani armati di tutto punto. Armi di ogni genere e ferocia ai limiti dell'immaginabile.
L'Afghanistan si trova in una condizione in cui sono violati tutti i diritti umani, non esiste legge, se non quella imposta dagli stessi talebani, attraverso processi fittizi e sommari, come quello a cui è stato sottoposto l'autista ucciso e mostrato nel video su citato. Anche la condizione delle donne afgane è tragica. C'è un versetto del corano che afferma: "le vostre donne sono come un seme da coltivare e quindi potete farne quello che volete". Sulla base di queste parole, le donne sono considerate, esclusivamente, oggetto sessuale, di procreazione, non hanno alcun diritto, non possono fare nulla, addirittura divieto di avere incontri pubblici di qualsiasi tipo, oltre a frustate, botte e violenza di ogni genere per coloro che non sono vestite, secondo le regole talebane.

Ma, ritornando al video, ci domandiamo: chi ha venduto le armi ai talebani??? Il 5 aprile c.a., sul sito del Governo, è apparsa una relazione sulle operazioni di esportazione, importazione e transito di materiali d’armamento, svolte nel 2006. Nell'allegato B, di tale relazione, si legge che è vietato esportare armi nei paesi chiaramente implicati in operazioni di terrorismo o che supportano, direttamente o indirettamente, i gruppi di Al-Queda, di BinLaden e dei Talebani, oltre ad una lista di paesi, verso i quali esiste l'embargo. Una curiosità: questo è l'unico allegato della relazione, scritto in Inglese, proprio quello che sarebbe dovuto essere più chiaro, viene scritto e presentato in un'altra lingua. Perchè???

Dunque, in teoria, l'Italia non venderebbe le armi ai Talebani.
Ma nella pratica le cose sembrerebbero essere ben diverse.

Infatti, se andiamo ad analizzare la tabella P, ci accorgiamo di una situazione un tantino paradossale. Vendiamo armi e forniamo materiali di morte, a tanti paesi che sono continuamente protagonisti di guerre drammatiche, in alcuni casi, anche in diretto contatto proprio con l'Afghanistan.
All'Arabia Saudita vendiamo armi ed aeromobili.
Ad Israele, forniamo bombe, siluri, missile ed accessori, armi varie ed aeromobili.
Al Kuwait, armi o sistemi d'arma di calibro superiore a 12.7 mm ed altre apparecchiature per la direzione del tiro.
Alla Turchia, vendiamo armi e munizioni.

Ma, ovviamente, il fornitore principale diretto delle armi in mano ai talebani, è rappresentato dagli USA.
I primi affari tra i Bush e i Bin Laden risalgono agli anni '60, in Texas. Poi gli anni successivi videro l'ascesa al potere sia degli esponenti della famiglia americana, che di quelli degli appartenenti alla famiglia degli sceicchi. Nel 1988 finisce il sodalizio tra le due famiglie.
Inizia l'epoca di Osama Bin Laden.

Ma negli anni '90, gli Usa continuano a fornire armi all'Arabia Saudita, e da qui, queste vanno al Pakistan, fino ad arrivare a Kabul.
I dati sugli aiuti Usa a Kabul, cioè di fatto al regime dei Talebani, sono stati resi pubblici dal "Progetto sui trasferimenti di armi convenzionali" del Council for a Livable World Education Fund, un'organizzazione non profit statunitense.
Un'ultima considerazione sulla relazione del nostro Governo, relativa ai dati della vendita delle armi, va fatta in riferimento all'allegato C.
Qui, vengono indicati i paesi ritenuti, dall' ONU, responsabili di gravi violazioni dei diritti umani.
Strano non aver trovato l' Afghanistan.

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mercoledì 11 aprile 2007

Warchalking, la mina del wireless

E con le "pringles" si naviga a scrocco

Dal giorno in cui facciamo capolino sulla faccia della Terra sino a quando torniamo al Creatore (gli scongiuri sono ammessi), la nostra esistenza è basata sulla comunicazione. Dal grido rivelatore di un appetito crescente al battito di ciglia per salutare. Laddove non basta il corpo umano per comunicare ecco subentrare i simboli. Codificati e decodificabili. Per il mondo di Internet e degli hacker esistono simboli codificati, inizialmente, per una ristretta cerchia di “favoriti”. Ora quella ristretta cerchia è diventata sempre più vasta.

Questi simboli sono scarabocchiati sulle pareti degli aeroporti o sull’asfalto davanti a una palazzina zeppa di uffici. Sono il marchio del warchalking, letteralmente “guerra dei gessetti” ma molto più concretamente il sistema di comunicazione di chi vuole spiare utenze Internet o navigare a scrocco e sotto mentite spoglie. Il nome deriva dal fatto che si tratta di segni lasciati col gesso, facilmente modificabili e cancellabili all'occorrenza.

A chi li sa interpretare i simboli del warchalking rivelano la presenza di una Rete senza fili nella quale ci si può intromettere senza problemi. Una mappa del tesoro virtuale. Chiunque è in grado di decodificare quei segni può entrare nella rete di un privato cittadino, di un ente pubblico o di una società: una volta all’interno non resta che l’imbarazzo della scelta tra navigare assumendo l’ip di quella macchina oppure consultare la propria posta elettronica facendo pagare la connessione alla vittima. E, se son curioso, mi concedo il lusso di dare un'occhiata anche alla sua di posta.

Il linguaggio di quelli conosciuti come hobo signs è universale: a New York come a Calcutta se per terra trovo un disegno con due semicerchi che si toccano posso accendere il mio pc e, tramite un semplice marchingegno, orientare la macchina verso quel palazzo per poi navigare gratis (mi trovo in un "hotspot" a scrocco). Una freccia seguita da un numero significa che in quel punto della città è possibile effettuare una precisa operazione senza rischi (se dopo la freccia trovo il 25 la posta elettronica è scaricabile tranquillamente). Un cerchio con due lancette all'interno equivale alla possibilità di bucare Internet solo in certi orari. Una specie di occhio invece segnala che la Rete apparentemente accessibile è, in realtà monitorata e registrata.

Lo sniffing
Ecco serviti pregi e difetti per Internet senza fili. Il culmine della comodità da una parte, l’estrema facilità di intromissione dall’altra. La tecnica di entrare nelle connessioni wireless prende il nome di sniffing, e rappresenta l’evoluzione dell'hacker, un passo in avanti rispetto all'impossessarsi di codici di carte di credito. Con lo sniffing l'hacker può mettere le mani su ciò che cerca, può starsene tranquillamente seduto al parco, davanti alla sede di un ministero o poco distante da un centro congressi.

Per sniffare dati sono indispensabili nell’ordine un’antenna di ridotte dimensioni, un tubo (i più banali sono quelli delle patatine Pringles), una scheda wireless e un software. La prima viene infilata nelle Pringles (sono le preferite dagli hacker perché la confezione è l’unica ad essere foderata con una leggera carta d’alluminio, perfetta per isolare il segnale) da cui parte il cavo della scheda che attiverà il programma nel pc. Tempo dell’operazione: qualche secondo. Risultato sempre garantito. E logicamente senza nessuna traccia lasciata.

Come difendersi
Schermare la casa o l’ufficio è un sinonimo di garanzia ma non è una pista delle più percorribili. Molto più facile adottare password sempre nuove per l’access point così da obbligare l'hacker a ingegnarsi per trovare la chiave di accesso. Attenzione: per pigrizia molti non cambiano le password standard con cui vengono venduti i modem wireless. "Tanto nessuno le conosce..." è il pensiero comune. Peccato che nove password predefinite su dieci siano "admin". E le conoscono davvero tutti.

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lunedì 9 aprile 2007

A piedi da Bolzano a Roma per amore

Vuole farsi perdonare dalla fidanzata

Singolare penitenza d'amore per Mario Balducci, artista 58enne di Bolzano che, per essere perdonato dal Papa e dalla fidanzata per i peccati commessi, ha deciso di andare a piedi fino a Roma, trainando un carretto decorato con statue e immagini sacre e profane. La donna l'ha lasciato dopo una violenta lite, ma lui spera di riconquistarla con questo gesto eclatante. Basterà?
Mario Balducci, noto a Bolzano come "il veneziano" per la sua origine, è un artigiano decoratore, oltre che pittore. L'impresa l'aveva annunciata qualche giorno fa al quotidiano "Alto Adige". Sul carro allegorico campeggiano immagini di Gesù, della Madonna, di Santi, ma anche di Buddha e simboli di varie religioni, frammisti a icone del rock, come Elvis, John Lennon, David Bowie e Lou Reed. Alcune persone hanno infilato sul suo carro oggetti e immagini da far benedire dal Papa. Balducci ha spiegato di aver scelto il giorno di Pasqua perché per lui questo viaggio é una "resurrezione".

Vorrebbe anche che il suo gesto servisse a far capire a tutti che non bisogna mai alzare le mani sulle donne. Il viaggio dovrebbe durare circa un mese. Il pellegrino dice che vivrà di carità: spera di trovare ospitalità presso i parroci dei paesi che attraverserà, ma è disposto anche a dormire per terra. E anche se non sarà il Papa a benedirlo, come lui spera, va bene anche "l'ultimo sacerdote di Roma". Bastererà per farsi perdonare?

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Katie Holmes abbandona Tom Cruise

Troppe critiche, porta con sé la figlia

Alla fine è scappata. Stanca delle continue critiche da parte di Tom Cruise, la 28enne Katie Holmes avrebbe abbandonato il tetto coniugale, portando con sé la piccola Suri, figlia della coppia. A rivelare la clamorosa notizia è il magazine Life Style: la moglie di Tom sarebbe fuggita 12 giorni fa dalla casa coniugale di Beverly Hills. La voce delle crescenti incomprensioni fra i due a questo punto diventa certezza.
A neppure cinque mesi dalle nozze italiane, la coppia è scoppiata. "Katie se n'é andata di casa, voleva prendere le distanze da Tom perché aveva la sensazione di vivere in una pentola a pressione e non ce la faceva più", ha rivelato una persona vicina alla coppia citata dalla rivista americana. La Holmes, negli ultimi tempi spesso vista in compagnia di Victoria Beckham, era stufa del perfezionismo del marito e del fatto che Cruise la criticasse spesso per l'espressione spenta e poco felice che sfoggiava in pubblico.

Lunghissime telefonate all'ex Spice Girl, anche di quattro ore, bagnate dalle lacrime di Katie. Ma anche la decisione di tornare sul set nonostante il parere negativo di Tom. Le avvisaglie della crisi imminente erano nell'aria da tempo. Costretta a seguire il volere del marito, che sceglieva per lei amici, locali, persino tempi e modi dello shopping, la Holmes ha detto basta.
Per il momento se n'é andata di casa con la figlia di un anno al seguito, un gesto quasi impensabile per una ragazza che da quando ha incontrato Tom non ha fatto altro che seguire le sue indicazioni, dalla dieta fino al tipo di parto. Non si sa se Katie tornerà da Cruise né se questo gesto farà capire al marito che lei ha bisogno dei suoi spazi. Intanto ha lasciato il tetto coniugale.

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domenica 8 aprile 2007

Happy Easter...

Serene festività Paquali nell'augurio che ogni giorno sia per tutti noi la resurrezione dei valori umani nei nostri cuori!

sabato 7 aprile 2007

La card resuscita morti...

Questa inchiesta pubblicata nel numero de L'espresso in edicola nasce da una segnalazione spedita il 26 marzo da Totò a www.spreconi.it Giuseppe Lo Bianco ha verificato quanto ci ha scritto Totò. Ed ecco il risultato.

Distribuita ad alcuni milioni di siciliani pescati a caso dai dati anagrafici, la stavano consegnando a 90 mila morti e spedita a 21mila cittadini non residenti in Sicilia (inviandola, in molti casi, anche due volte, con due lettere di accompagnamento firmate dal governatore Totò Cuffaro). È la “compagna di vita”, come l’ha battezzata lo slogan scelto per lanciare la tessera sanitaria: una card azzurra, plastificata, con gli stemmi dell’Europa, dell’Italia e della Sicilia, nome e cognome e codice fiscale e un microchip sopra la data di scadenza, 24 luglio 2011. Cuffaro l’ha definita una “novità rivoluzionaria’’: doveva servire ai cittadini per eliminare code e alla Regione per monitorare la spesa sanitaria, che in Sicilia è sempre più una voragine. Ma a distanza di un anno si è rivelata solo un’inutile copia del codice fiscale. Non è servita nemmeno per sostituire il vecchio libretto sanitario. Insomma, un inutile pezzo di plastica.

L’ennesimo progetto-fantasma della sanità isolana parte alla fine del 2005, col progetto “Sicilia e-innovazione”: una società a capitale regionale per armonizzare e gestire tutti i progetti informatici della Regione. Gli obiettivi sono ambiziosi: si parla di cablaggio, banda larga, sportelli unici e reti civiche. Grazie all’asse con Milano, il progetto parte: la tessera viene presentata nel marzo 2006, con tanto di microchip che, si dice, avrebbe dovuto garantire una serie di servizi, «sia in ambito pubblico che privato. Ma il progetto rivoluzionario non ha fatto i conti con l’anagrafe siciliana, e con quella sanitaria in particolare.

In Sicilia, dove l’informatizzazione delle reti è all’anno zero, le anagrafi non dialogano generando il caos totale. Ben 400 mila tessere vengono stampate con dati sbagliati e mandate direttamente al macero. Altre decine di migliaia sono spedite per errore. Accade infatti che i piccoli comuni, dove gli impiegati lavorano ancora a mano, comunicano solo dopo anni (o non li comunicano affatto) i nomi dei morti alla Regione per la cancellazione degli assistiti. Con il risultato che i medici di famiglia, in buona e in cattiva fede, continuano a percepire le indennità. Dopo avere inghiottito i dati, dunque, il cervellone stava per spedire la preziosa carta plastificata a oltre 90 mila morti. Le “tessere ai defunti” vengono fermate all’ultimo momento. Nulla invece ferma il decollo della Cuffaro Card verso il resto della Penisola: perché oltre ai decessi, il computer ignora anche i traslochi e spedisce il tutto anche ai non più residenti. In 21 mila se la sono trovata nella casella della posta, pur non avendo più diritto ai servizi pagati dalla Sicilia. In questo caso, la colpa sarebbe però dell’Agenzia delle entrate, che ha fornito i dati delle dichiarazioni dei redditi aggiornati all’anno precedente.Tra gli aventi diritto, invece, molti non l’hanno ricevuta. Mentre non mancano che si sono visti spediti a casa la Card per ben due volte.
Ora ci si chiede che senso ha avviare un’operazione simile senza prima riordinare l’anagrafe sanitaria, rendendola affidabile? Soprattutto, come si può pensare di garantire questo servizio ai cittadini se l’interfaccia naturale della tessera, gli ospedali e il pronto soccorso, non hanno i terminali informatici per inserire sulla carta le prestazioni?».
Oggi la tessera non serve sostanzialmente a nulla. Chi l’ha presentata in un ospedale francese per caricare i costi sull’amministrazione regionale ha ricevuto come risposta una risata ed è stato obbligato a pagare. E chi pensava di sostituire il vecchio libretto sanitario ha dovuto cambiare idea. Adesso è tutto fermo.

Costo dell’operazione? Cifre non ce ne sono, all’assessorato siciliano al Bilancio, che gestisce l’affaire dopo avere di fatto esautorato la Sanità, si parla di alcuni milioni di euro’’. «Cuffaro dovrebbe scrivere una lettera ai siciliani per chiedere scusa per una sanità che, più che offrire servizi per tutti, sembra garantire affari per pochi», dichiara Antonello Cracolici, capogruppo ds all’assemblea siciliana: «L’informatica garantisce trasparenza, l’assenza mantiene il caos, dove è più facile fare affari. Questa, senza giri di parole, è una truffa». E i compensi pagati dalla Regione ai medici di famiglia per i 90 mila assistiti deceduti? L’accordo con la Federmedici prevede che il denaro percepito indebitamente dai sanitari venga detratto dalle future indennità, senza interessi.

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Bici: che invenzione!

Lo sport SANO, di qualunque specialità si tratti, è un mezzo fondamentale alla crescita della persona prima ancora che al benessere fisico. All'interno dello sport in generale, credo che il ciclismo occupi un posto ad un livello superiore sia per le caratteristiche tecniche che lo rendono indiscutibilmente uno sport di qualità, sia per le caratteristiche etiche.

L'immensa bellezza del ciclismo sta racchiusa in mille sfaccettature: dal gusto della velocità derivante dalla propria forza, al senso di libertà per esempio di una pedalata in montagna; dal dimenticare gli stress quotidiani con una leggera biciclettata all'aria aperta, all'olimpo della fatica nei duri allenamenti di chi il ciclismo lo fa per professione.

Quando sei in sella alla tua bici, se il ciclismo lo ami davvero, riesci ad estraniarti da tutto il resto.... e non c'è più fatica o sudore che ti fermi.
Quando sei nel gruppo non senti nulla al di fuori delle ruote che girano e fanno quell'inimitabile suono che taglia il vento, i freni che stridono, le catene che scricchiolano, le bocche che ansimano. Chi ama questo sport sa che uno dei piaceri della vita può essere quello di scollinare una montagna in sella al tuo mezzo dopo minuti di interminabile fatica ed assaporare il gusto stesso di quella fatica e del sudore che t'è costata. Perchè la bici è anche questo: sudore e sacrificio come è sudore e sacrificio la vita; la bici è passione e speranza come le ambizioni nella vita; la bici è così spudoratamente bella con tutte le sue fatiche così come è tremendamente bella con tutti i suoi dolori la vita stessa!


A proposito di vivere intensamente l'amore per la bici, vi propongo un video delle tante ciclogite che ho fatto insieme ad altri amici miei, tra i quali ringrazio nuovamente anche Alessio per il suo eccellente montaggio e disponibilità.

L'AUTO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE.....

.....USA LA BICICLETTA!!!

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venerdì 6 aprile 2007

Critical Mass...on the road!!!

Critical Mass è un evento internazionale che si tiene in più di 200 città del mondo, avviene ogni ultimo venerdì del mese quando i ciclisti, spontaneamente, vanno in massa a percorrere le strade delle loro città normalmente occupate dalle automobili.
Critical Mass si concentra sul diritto dei ciclisti e dei pedoni di utilizzare le strade. Punta anche l'attenzione sul deteriorarsi della qualità della vita - a partire dai livelli di inquinamento dell'aria e dell'inquinamento acustico - che le automobili creano nelle città.

Critical Mass è stata un successo per due ragioni principali. Primo, perchè è facile da organizzare, non è nient’altro che un appuntamento tra ciclisti, professionisti e non. Ci si incontra in una piazza della propria città, ad una data e ora predeterminata e si decide li’ per li’ dove andare. Si parte pedalando tranquillamente in mezzo alla strada costringendo le macchine ad andare alla nostra velocita’, coprendo, ove fosse possibile, la larghezza della carreggiata. Non ci sono organizzatori ufficiali, nè leader, nèpercorsi pianificati: si segue chi sta in testa alla massa. Secondo, perchè l’evento non è la classica manifestazione anti-questo anti-quello, ma una dimostrazione attiva di come la citta’ sarebbe più vivibile se rinunciassimo alla dipendenza dalla Cultura dell’auto.

Massa Critica è molto più divertente che non marciare in fila ripetendo slogan dopo slogan. Possono partecipare tutti coloro che possiedono una bicicletta. L'incontro settimanale non è a scopo di lucro, ma completamente gratuito.
Vi aspettiamo numerosi, e ovviamente ci affidiamo anche al vostro passaparola allo scopo di far espandere ancor di più questo movimento che vanta ormai quasi 15 anni di vita, e che siamo certi continuerà a vivere nella volontà di tutti coloro che vorranno totalmente godere dei molteplici benefici che ogni giorno ci regala questa meravigliosa invenzione che è la bicicletta!
Se volete saperne di più, veniteci a trovare anche al sito www.criticalmasscatania.it!!!
Vi propongo anche un video realizzato da un mio amico, Alessio, sulla Critical Mass catanese andato in onda sui TG locali:

VI ASPETTIAMO
TUTTI I MERCOLEDI' IN PIAZZA ROMA - ORE 21:30
&
OGNI ULTIMO VENERDI' DEL MESE IN PIAZZA DUOMO - ORE 17

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giovedì 5 aprile 2007

Sei stressato? In moto senza il casco!

Sentenze dei giudici di pace: multe annullate per chi, pizzicato dai vigili, ha portato un certificato che ne attestava la depressione

NAPOLI - Vai in moto senza casco perchè sei depresso? La multa è annullata. È quanto hanno deciso, in almeno dieci casi, i giudici di pace a Napoli che hanno accolto altrettante richieste di annullamento di verbali della polizia municipale. Preoccupato - secondo quanto riferisce il quotidiano «Il Mattino» che ha dato la notizia - si dice il comandante dei vigili urbani di Napoli, Carlo Schettini, per il quale si rischiano sentenze fotocopia. I ricorrenti, in particolare, hanno dimostrato, attraverso l'esibizione di certificati medici, di trovarsi, al momento della notifica della contravvenzione, in uno stato di depressione o forte stress.

«Secondo me - dice Schettini - a un motociclista che dichiara al giudice di pace di essere affetto da stress psicologico dovrebbe essere vietato di andare in moto finchè ha questo tipo di problemi. Non vorrei che aumentasse il numero di chi cerca di non rispettare il codice della strada per andare in moto senza casco ricorrendo a una serie di giustificazioni, come un banale mal di testa». I controlli, comunque, spiega il comandante dei vigili di Napoli, sono stati particolarmente intensificati negli ultimi tempi: in sette mesi sono stati sequestrati 4.500 motoveicoli. Per il vice coordinatore dei giudici di pace, Antonello Di Rienzo «i casi segnalati dal generale Schettini vanno esaminati singolarmente. Sulle opposizioni di verbali per guida senza casco non ci sono sentenze seriali della nostra sezione».

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Catene di S.Antonio: trappole milionarie

La truffa online comincia da un qualsiasi motore di ricerca. Scegliamo il più famoso di tutti, Google. Provate a digitare nella maschera le seguenti parole tra virgolette: ecco la lista posizione. Fatto? Vi escono decine di pagine con promesse più o meno simili ossia guadagni milionari (nella fattispecie la prima schermata della lista cita testualmente “ho trasformato 6 euro in 18.310.000 euro nei primi 30 giorni di funzionamento del sistema che sto per rivelarti”).

Per diventare ricchi non basterebbe altro che far girare l’e-mail e allargare la base di aspiranti Paperon de Paperoni. Esatto: è una catena di Sant’Antonio o quello che ai tempi dell’università veniva chiamato sistema dell’aeroplanino. Una piramide virtuale alla quale hanno purtroppo aderito migliaia di navigatori italiani, convinti di cambiare la propria esistenza a colpi di e-mail e carte di credito prepagate. Eppure il trucco c’è e ad aprire gli occhi ci aiuta il colonnello Rapetto: “In fondo ad ognuna di queste liste – dice – compaiono almeno cinque aderenti alla catena e per ognuno di loro c’è la posizione nella piramide, un indirizzo di posta elettronica e il numero della carta di credito prepagata, solitamente una Postepay”. I codici della carta sono facilmente traducibili: i primi quattro identificano il circuito (ad esempio il 4023 sta per una Visa), i secondi rivelano quale istituto bancario l’ha emessa mentre gli altri otto sono unici per ogni carta. “Capite bene – dichiara il colonnello del GAT – che, con tutti i numeri alla mano, qualsiasi persona a questo punto è in grado di utilizzare la prepagata di un qualsiasi aderente alla catena”.

Provare per credere

Mentre Rapetto illustra le modalità della truffa, un finanziere si connette al sito di una compagnia aerea, inserisce dati anagrafici fasulli e quindi copia e incolla il numero della prepagata trovato online. L’unico scoglio è rappresentato dalla data di scadenza ma con un paio di pc e una sufficiente dose di fortuna chiunque può farsi emettere un biglietto aereo.

Una volta ottenuto l’ok sulla prepagata, il furbetto del quartierino virtuale ha solo l’imbarazzo della scelta: cedere quel biglietto a un terrorista che deve imbarcarsi, presentarsi alla biglietteria e, accampando una qualsiasi scusa, farsi trasformare il tagliando per un preciso viaggio in un biglietto open, sempre valido ? E via di questo passo. “Il controllo online all’atto dell’emissione di un biglietto - dice Rapetto - avviene solo sulla credibilità della carta di credito. Se codici e scadenza combaciano la macchina emette la ricevuta. Solo in un secondo tempo scattano le verifiche incrociate su codici e identità del titolare della prepagata”. L’unico sistema per garantire la totale sicurezza di una simile transazione è il controllo immediato e incrociato con il codice CVC stampato sul retro delle carte di credito. Purtroppo questa forma di check non è ancora obbligatoria.

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mercoledì 4 aprile 2007

Apophis, l'asteroide-killer della Pasqua 2036

Potrebbe colpire il pianeta tra 31 anni ma la certezza si avrà solo nel 2029, quando forse sarà troppo tardi per tentare di deviarlo.

Un trattore spaziale da 300 milioni di dollari dovrebbe portare Apophis lontano e scongiurare la possibile collisione del 2036

La minaccia di Apophis, l'asteroide che potrebbe colpire la Terra il 13 aprile 2036, sta diventando così concreta che le Nazioni Unite saranno invitate ad assumere il coordinamento di una missione spaziale internazionale basata sul progetto innovativo di un «trattore gravitazionale» per deviare il corpo ed evitare il possibile impatto con il nostro pianeta.

Scoperto nel 2004, Apophis è un piccolo asteroide a forma di patata, con un asse maggiore di circa 400 metri e un peso di 46 miliardi di chili. La sua caratteristica più preoccupante è che, mentre compie un giro completo attorno al Sole ogni 323 giorni, incrocia l’orbita della Terra due volte l’anno, esponendoci a una serie di «incontri ravvicinati» che, a causa della potente forza di attrazione terrestre, prima o poi potrebbero farlo precipitare su di noi.
Di sicuro si sa che, se l’impatto si verificasse, sarebbe catastrofico e solleverebbe polveri e gas fino alla stratosfera, oscurando per lungo tempo la luce del Sole e decimando la vita sulla Terra, come già è accaduto altre volte nella storia geologica (nella foto in alto a dx, una ricostruzione di come apparirebbe la Terra vista da Apophis nel 2029).

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